Stupro di Palermo, uno degli indagati scherza sui social: "Le cose belle si fanno con gli amici"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Stupro di Palermo, uno degli indagati scherza sui social: “Le cose belle si fanno con gli amici”

mani sbarre cella prigione

Il minorenne, a cui il gip aveva permesso nei giorni scorsi di uscire dal carcere per unirsi ad una comunità, è stato riportato in prigione.

Per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo lo scorso 7 luglio ai danni di una 19enne, il minore dei sette indagati era stato affidato ad una comunità. Il ragazzo infatti aveva confessato di aver compiuto una “rivisitazione critica” del suo comportamento. Ma alcuni dettagli hanno aggravato la posizione del giovane che è stato trasferito nuovamente in carcere.

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La chat del minore: “Siamo stati in sette”

Nella notte del 7 luglio, quando è avvenuto lo stupro di gruppo a Palermo, il ragazzo aveva scritto alcuni messaggi ad un suo amico spiegando per filo e per segno tutto quello che hanno fatto. Agghiacciante il suo linguaggio: “Lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta, troppi cianchi (troppe risate) cumpà. Troppo forte”, e ancora: “Manco a canuscievo (non la conoscevo), siamo stati con lei in sette”.

Il video postato su TikTok dopo lo stupro a Palermo

Poi il 19 agosto, quando per il giovane è stata disposta la comunità anziché la prigione, questo ha pubblicato su TikTok un video in cui si vantava dei messaggi ricevuti da diverse fan. “Chi si mette contro di me si mette contro la morte” e “Le cose belle si fanno con gli amici”, dice nel filmato.

E poi ancora: Sto ricevendo tanti messaggi in privato da ragazze, ma come faccio a uscire con voi, siete troppe”, “Ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome, mi state facendo solo pubblicità e hype, “Arriviamo a 1.000 follower così potrò fare la live e spiegarvi com’è andata realmente”.

Poi l’indagato continua: “Mi piace trasgredire” avendo come musica di sottofondo si sente la canzone “Nun se toccano e femmine”. Infine il video termina con un’immagine che raffigura gli attori del film “Quei bravi ragazzi”.

Il minore torna in carcere

Nei giorni scorsi il Gip gli aveva revocato l’aggravamento della misura cautelare affidandolo a una comunità, sostenendo che il giovane avesse compiuto una “rivisitazione critica” del suo comportamento. A seguito dei contenuti emersi dalle indagini degli investigatori però, il minore accusato dello stupro a Palermo torna in carcere.

I nuovi elementi sopraggiunti “tratteggiano la personalità di un giovane che lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità ha continuato a utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informatico per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali“, dichiara il gip Antonina Pardo.

Il trasferimento per gli altri sei indagati

Dopo la richiesta del carcere “Antonio Lorusso” di Pagliarelli di portare in un’altra struttura i ragazzi, per gli altri sei indagati è previsto il trasferimento in altri istituti penitenziari siciliani, tra Castelvetrano e Termini Imerese.

“Prendiamo atto della necessità di trasferire gli autori dello stupro ed esprimiamo sostegno al personale di polizia penitenziaria che li dovrà custodire”, dice Gioacchino Veneziano, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria della Sicilia. “E’ ovvio che, in condizioni di pesante carenza di organico, i livelli di sicurezza si abbassino, quindi per salvaguardare l’incolumità dei soggetti ha fatto bene il comando di Pagliarelli a richiederne il trasferimento”.

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ultimo aggiornamento: 25 Agosto 2023 14:05

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